Nelle giornate del 5 e del 6 Maggio Qedora contribuisce alla manifestazione Monumenti Aperti guidando curiosi e appassionati nella visita della Chiesa della Purissima.

La Chiesa e il Convento della Purissima sono ubicati nella parte alta di Via Lamarmora, un tempo detta Contrada della Purissima, l’antica via Diritta (via principale del quartiere storico di Castello) sulla quale si affacciavano gli antichi palazzi della nobiltà cagliaritana. Essa venne probabilmente costruita dopo il 1540, quando la nobildonna Gerolama Rams Dessena, la quale fece edificare l’adiacente monastero di clausura delle Clarisse, secondo la regola dettata da S. Chiara. Nel 1554 fu previsto l’ampliamento del monastero e l’edificazione della chiesa. Questa iniziativa fu appoggiata dall’arcivescovo Domenico Pastorelli che concesse ad esse come sede provvisoria la chiesetta romanico-pisana di S. Elisabetta. Sull’impianto di quest’ultima sorse la Chiesa della Purissima, come dimostrano gli scavi effettuati nell’area del presbiterio nel 1989, che hanno riportato alla luce numerosi reperti databili tra il XIV e il XVI secolo.

L’edificio, che si trovava in uno stato di degrado piuttosto consistente è reduce da una campagna di restauri iniziata con il progetto del 2009 e conclusa in tempi recentissimi. La maggior parte degli interventi erano finalizzati a contrastare la presenza dell’umidità ed i danni da essa provocati nel corso del tempo; è stata inoltre effettuata una accurata pulitura delle volte. La Chiesa è impreziosita da un retablo, collocato dietro l’altare maggiore, è stato restaurato dalla Soprintendenza ai Beni Artistici di Cagliari sotto la supervisione di Giovanni Zanzu, prima ancora del restauro architettonico dell’edificio. L’opera lignea comprendeva anche delle statue dello stesso materiale, le quali non saranno però esposte al pubblico durante la manifestazione. Nelle due cappelle che precedono il presbiterio erano collocate la Pala di San Gerolamo, attribuita a Lorenzo Cavaro (il quale operò nel primo ventennio del 1500) ed il Trittico di Antioco Casula (1593): come le statue lignee del retablo presbiteriale, non saranno presenti durante le due giornate, ma saranno restituite alla Chiesa dopo la manifestazione.

 

 

 

G. Spano, Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari, Cagliari, 1861

F. Segni Pulvirenti – A. Sari, Architettura tardogotica e d’influsso rinascimentale, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1994

A. Piseddu, Le chiese di Cagliari, Cagliari, Zonza, 2000